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Le ragazze del Dreams Club parte 6

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Pubblicato da magica briciola

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Alle dieci erano davanti alla casa della vedova.

- E ora? – chiese Rosa – Non possiamo presentarci e dirle “Ciao cara, ci dispiace per il tuo marito e lo sapevi che aveva un’amante?”.

- Una cosa è certa io non do le condoglianze a nessuno. Non lo faccio mai e poi è da ipocriti. Io non ho mai sopportato quel fedifrago! – disse Camilla trovando subito conforto nell’amica.

- Smettetela. Le uniche persone che sopportavano quell’essere erano la madre e la moglie e non ci piove. Ora, da qui ad ucciderlo però …

Era ritornata la solita, razionale Olivia con il cervello che lavorava a mille.

- Hai mai pensato che forse hai letto troppi gialli?

- Ti devo ricordare che aveva il mio uncinetto nell’orecchio? Nessuno si deve permettere di usare i miei strumenti per creare o per distruggere! Non permetterò al colpevole di passarla liscia!

Le due sospirarono alzando gli occhi al cielo per la teatralità della ragazza prima di seguirla attraverso il cancello aperto.

Trovarono anche il portoncino aperto e un sacco di gente vestita di nero, sicuramente tutta gente che non vedeva l’ora di ficcare il naso in cerca di un ottimo pettegolezzo.

Le tre amiche non sopportavano gli ipocriti di questo genere, ma anche loro, nonostante erano davvero dispiaciute per la sofferenza della vedova, era li perché volevano qualcosa, così si fecero coraggio e varcarono la soglia con i ranghi serrati sperando di trovarla subito.

Attraversarono ingresso e il salotto degli ospiti dirette … neanche loro sapevano esattamente dove, fortunatamente, ad un tratto, qualcuno si fiondò su di loro attaccandosi al collo di Olivia piangendo come una fontana.

Gianna.

Grazie ad un attento e minuzioso lavoro di traduzione riuscirono a capire che tra i singhiozzi la donna era dispiaciuta per Olivia perché aveva scoperto il corpo e disse che era felice di averle tutte e tre li, non ci sperava.

La tranquillizzarono e riuscirono a portarla in un luogo tranquillo, lontano da occhi e orecchie indiscreti che si rivelò essere il bagno.

Rosa aprì il rubinetto del lavabo sotto lo sguardo sbalordito di Camilla che teneva un braccio intorno alla vedova che sembrava più piccola e scheletrica del normale, Olivia intercettò il suo sguardo e le fece cenno con la mano che era per non far sentire nulla o male a chiunque fosse con l’orecchio attaccato fuori.

La bionda sospirò, quelle due si erano calata alla perfezione nella parte di investigatrici.

Gianna intanto non aveva notato impegnata com’era ad asciugarsi le ultime lacrime rimaste intrappolate tra le lunghe ciglia nere.

- Ci dispiace per Giordano … - iniziò Camilla

- Ma siamo qui per un’altra cosa. – l’interruppe Olivia sbrigativa beccandosi l’occhiataccia dell’amica – Non abbiamo tempo per i convenevoli. -

- Per cosa … - iniziò timidamente Gianna per poi soffiarsi rumorosamente il naso con un pezzo di carta igienica

- Siamo sicure che non sia stata una rapina finita male.

La povera donna la guardò a bocca aperta come se non riuscisse a comprendere appieno quelle parole.

- Non abbiamo neanche tempo per il tatto vero? – la rimproverò Cami.

Prima che potesse rispondere la vedova si portò la mano sulla bocca sgranando gli occhi e poi parlò a macchinetta – Oddio! Si è messo nei guai con gli strozzini, vero? Per via del negozio che andava male! Lo sentivo che c’era qualcosa che non andava, rimaneva troppo spesso rimaneva oltre la chiusura, ma non ho fatto domande perché mi aveva assicurato che aveva tutto sotto controllo. Che stupida che sono stata! –

Avevano ottenuto le risposte alle loro domande e non avevano neanche dovuto farle il terzo grado.

La poverina riprese a piangere tra le braccia della bionda che tentò di consolarla dicendo - No, tu non hai colpa.

- Infatti. Ti sei fidata dell’uomo che amavi. – concordò Rosa che non vedeva l’ora di uscire da quella casa.

- Dobbiamo parlarne con la polizia. – decise Olivia.

Tirando su col naso e sciogliendo l’abbraccio la donna, con gli occhi lucidi, disse – Io non me la sento. Non posso affrontare quel commissario un’altra volta. Non riesco neanche ad affrontare quelle persone la fuori!

- Non ti preoccupare, lo facciamo noi. – la rassicurò Olivia con un sorriso tirato che voleva essere rassicurante.

- Io rimango a dare una mano con gli sciacalli in salotto. – annunciò Camilla

- Noi andiamo subito in commissariato. Vi aggiorniamo più tardi. – replicò Rosa filando fuori come una saetta.

Una volta in strada le due amiche tirarono un respiro profondo.

- Il commissariato è aperto di domenica? – chiese improvvisamente Rosa

- Dovrebbe e se non lo è ci attacchiamo al campanello! – sentenziò Olivia imboccando la strada a sinistra del cancello.

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