Profilo di le cosette di Mari

Mi chiamo Maria Letizia e sono nata e cresciuta a Montecosaro, un caratteristico borgo del maceratese ben conservato e surreale per i tantissimi pazzi e curiosi personaggi che lo abitano. Questa è la mia storia in versione Small!!! Fin da piccola, non sono mai stata brava ad esprimere le mie emozioni a parole ma presto mi resi conto che proprio grazie a ciò che riuscivo a creare con le mani, suscitavo nella gente sorrisi e stupore. Mi accorsi pian piano che il mio modo di comunicare si arricchiva di accenti e virgole fatti da me. Fu così che ogni volta che mi rifugiavo per ore nella mia stanza nasceva sempre qualcosa di nuovo, usando lana, nastri e scarti di stoffa che mia nonna Delizia (una sarta mancata)conservava apposta per me.
La mia famiglia parlando agli altri di questa passione in erba, raccontava che amavo fare le mie…… "cosette" ed è proprio da lì, il perché del mio….chiamiamolo nome d'arte "Le Cosette di Mary":)
Poi la vita mi ha portata lontana da forbici, stoffe, nastri, pietre…ma per fortuna da qualche mese ho trasformato un evento, non proprio bellissimo, (come quello del licenziamento) in una grande opportunità. Ho iniziato a fare sul serio e da allora è cominciata la mia avventura in questo mondo magico e creativo dove in un piccolo laboratorio do vita alla fantasia. Ho studiato costume e moda, amo le danze folcloristiche specie la pizzica salentina ( la Puglia è mia seconda regione), un ballo che credo mi rappresenti a pieno per energia e stile nelle sue movenze. Adoro andare in montagna soprattutto tra i nostri favolosi Sibillini, perdermi tra le sue cime e leggende, assaporare e godere del surreale silenzio e dell’incanto della natura. Mi piace cogliere quei piccoli particolari che nessuno noterà mai, come l'abbigliamento della gente e gli oggetti sullo sfondo di una foto, gli arredamenti nei vecchi film anni quaranta e il numero dei bottoni in un cappotto. Coltivo un gusto particolare per i piccolissimi piaceri, come immergere il mio naso nel pacco del caffè appena aperto, il rumore della stufetta elettrica in bagno dopo aver fatto la doccia, rompere le palline d'aria negli imballaggi che avvolgono le cose molto fragili, osservare un dolce che cresce nel forno, inventare storie sugli sconosciuti che si siedono nello stesso mio scompartimento del treno o che si incontrano al mercato comunale, ascoltare la voce di Eddie Vedder mentre cucino e strofinare un piede con l’altro prima di addormentarmi
La mia famiglia sono la mia benzina e questo basta.
Odio il bianco, le pellicce e chi mi fuma vicino.

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