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Le ragazze del Dreams Club parte 2

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Pubblicato da magica briciola

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Camilla aveva appena terminato di contare i punti del motivo a foglie della copertina che le prime note di Stronger di Kelly Clarkson attirarono la sua attenzione.

Chi poteva chiamarla a quell’ora?

Tutti sapevano che nessuno doveva interrompere quel pomeriggio sacro se non era una cosa urgente e doveva esserlo davvero per evitare la sua furia.

Rosa sorrise mentre guardava l’amica prendere il cellulare dalla borsa mandando saette dagli occhi.

- Pronto? – rispose seccata senza neanche guardare il display per vedere chi fosse il molestatore.

- È morto. – rispose una voce tremante dall’altro capo

- Olivia? – chiese l’altra sorpresa drizzandosi sulla poltrona, Rosa fece lo stesso abbandonando il lavoro sul tavolino, non le era sfuggita la lieve nota allarmata di Camilla

- N … non … non … è nel suo orecchio … - le parole sconnesse la colpirono come lame.

Che diavolo era successo?

Sapeva perfettamente che quando Olivia si agitava non c’era verso di farla ragionare in alcun modo ed era un controsenso dato che era lei la razionale del gruppo, ma trasse un profondo respiro e prese in mano la situazione.

- Tesoro resta dove sei e non fare nulla. Stiamo arrivando, tranquilla. – chiuse la comunicazione e si alzò senza curarsi del lavoro per terra – Deve essere successo qualcosa al negozio.

- Che ti ha detto? – chiese Rosa seguendola fuori casa ad una velocità che nessuno avrebbe mai attribuito possibile ad una della sua stazza

- Non molto. – tacque un attimo – È sconvolta. Ho capito solo che qualcuno è morto.

Le due amiche, come una sola persona, accelerarono il passo con l’angoscia nel cuore.

Davanti al negozio videro lo stesso scenario a cui aveva assistito Olivia venti minuti prima, senza esitare entrarono e individuarono subito la ragazza che se ne stava seduta con la schiena sullo stipite della porta del magazzino e gli occhi fissi nel vuoto.

La situazione era peggio di come l’avevano immaginata.

- Olivia? – la chiamò dolcemente Camilla con quel suo fare materno che la contraddistingueva. Si chinò alla sua altezza e la scosse lievemente registrando appena Rosa che si fiondava dentro il magazzino.

Olivia era pallida, più pallida del solito.

- Ho trovato il mio uncinetto. – rispose l’interpellata in tono monocorde senza staccare gli occhi dal vuoto – È nel suo orecchio.

- Il tuo capo è morto. – annunciò Rosa uscendo, sembrava aver perso tutta la sua vitalità, il volto pallido - Chiamo la polizia.

Camilla la guardò muoversi incapace di elaborare le parole che aveva appena udito.

La donna andò dietro il bancone afferrò il telefono stringendolo con troppa forza tra le dita grosse, poi guardò l’amica ancora china che la fissava e disse – Com’è il numero? Faccio sempre confusione …

- Non lo so. Prova il 118 o il 112. – ci rifletté qualche secondo, forse non erano quelli, ma il suo cervello non riusciva a lavorare, pareva ingolfato.

Rosa premette i tasti con dita tremanti.

- Carabinieri, buongiorno. – rispose cordiale una voce maschile.

Il 112 era stata la scelta giusta e, suo malgrado, la donna si trovò a sorridere.

- Abbiamo trovato un uomo. È morto. – rispose, aveva il tono di qualcuno che legge la lista della spesa

- Dove si trova?

- Via Emilio Lussu 16, la merceria.

- Come si chiama?

- Rosa Marras

- Sta arrivando una volante. Non si muova e non tocchi nulla.

La telefonata s’interruppe e il suono vuoto dell’apparecchio le rimbombò nel cervello come un grido.

- Stanno arrivando. – annunciò andando a sedersi al fianco di Olivia – Hanno detto di non toccare nulla. –

Camilla  si limitò ad annuire, poi le prese una mano e la posò su quella di Olivia che teneva e la ricoprì con l’altra. Dovevano farsi forza per riuscire ad emergere da quella spiacevole situazione.

Non si resero conto di quanto rimasero sedute lì, in quella posizione.

Si riscossero solo quando sentirono delle sirene avvicinarsi.

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